I nostri primi 10 anni

Torta realizzata da Mariangela per l'incontro pre natalizio 2017

L’atto costitutivo dell’ABGEC riporta la data del 26 luglio 2007. Ebbene sì, è già passato un decennio e raccontare cosa è stato fatto lo si può delegare alle pagine del sito dedicate alle attività e alle immagini. Per chi ha trascorso l’avventura fin dalla fondazione, i 10 anni si possono scorgere nei nostri figli e nelle nostre famiglie, che hanno vissuto un periodo ben più sereno rispetto a chi ci ha preceduto, vivendo il dramma degli anni 80 e 90. I bambini e ragazzi di 10 anni fa sono ormai cresciuti: alcuni guidano l’auto, altri lavorano all’estero, molti sono già alle superiori, altri cominciano a incontrarsi e confrontarsi con coetanei che abitano in altre parti d’Italia e vivono la loro stessa condizione.


Ed è proprio questo l’aspetto sul quale riflettere anche per il futuro della nostra associazione.  I ragazzi, crescono, diventano giovani e adulti, si confrontano con altri coetanei e cominciano a fare il lori piccoli e grandi progetti. Qual è allora il senso dell’associazione se non quello di far prendere loro consapevolezza che dovranno essere loro a portare avanti questa avventura iniziata 10 anni fa, in vista di altri bambini e ragazzi che via via arriveranno. Come adulti abbiamo il dovere morale di aiutarli e prendere questa consapevolezza se vogliamo che “spicchino il volo” com’è naturale che sia nella vita di ognuno, quale che sia la sua condizione.

Stimoliamo i nostri ragazzi e giovani ad essere fautori delle iniziative a loro dedicate, provenienti da vari livelli, dal Centro Emofilia, dalla nostra associazione ma anche dalla FedEmo e Fondazione Paracelso. Sono loro che scriveranno il futuro dell’emofilia. Facciamo in modo di tramandare non le nostre preoccupazioni di genitori ma i loro sogni e speranze per una vita più viva e colorata
In foto: gruppo di partecipanti a #LimitiZero, il progetto dell’Osservatorio delle Malattie Rare in collaborazione con lo IED - Istituto Europeo di Design - dedicato a ragazzi e giovani adulti emofilici con l’obiettivo di costruire una nuova immagine della malattia così poco conosciuta dalle nuove generazioni.